L’importanza delle ricerche vocali per i business locali

Secondo i dati forniti da Google, il 20 per cento delle ricerche sui dispositivi Android sono fatte usando la ricerca vocale, cioè ‘ parlando‘ al proprio device invece che digitando sulla tastiera. La spiegazione è piuttosto semplice: scrivere una lettera per volta digitando su un piccolo schermo può essere veramente scomodo, mentre parlare è piuttosto semplice . Per questo la ricerca vocale sta aumentando e di pari passo aumenta anche la qualità del riconoscimento del testo dettato . Per chi ha un’attività online questo è un argomento molto importante, perchè bisogna prendere in considerazione l’aggiornamento del proprio sito internet pensando agli utenti che potrebbero raggiungerlo con una ricerca vocale.

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Chiuso OkNotizie ecco le alternative

Alle mie prime esperienze con i blog, segnalavo ossessivamente ogni mio nuovo post su tutti gli aggregatori di notizie. Qualche anno fa c’erano molti siti specializzati in questo ‘servizio‘ e erano ritenuti una cosa molto utile per far crescere i visitatori del proprio blog. Quando ho imparato a verificare le statistiche dei miei visitatori, mi sono accorto che riportare la notizia su tutti gli aggregatori era una fatica inutile. La maggior parte non mi ha mai portato traffico, non mi ha mai inserito in una comunità. Sono stato anche, per scelta, per un periodo senza pubblicizzare in alcun modo i miei articoli. L’effetto è stato minimo in quanto a nuovi visitatori.

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Panda si aggiorna ancora sul contenuto, ma google guarda ancora ai links

Pierre Far è Webmaster Trends Analyst per Google UK , Pierre ha le credenziali giuste per dirci cosa sta combinando Google e nel suo profilo Google+ ci ha informato che c’è un nuovo aggiornamento di google panda già in funzione e la prossima settimana si vedranno gli effetti. All’inizio di questa settimana , abbiamo iniziato una lenta implementazione di un algoritmo Panda migliore e ci aspettiamo di concludere il tutto la prossima settimana . Sulla base dei feedback di utenti ( e webmaster ! ) siamo stati in grado di scoprire un paio di segnali per aiutare Panda ad identificare più precisamente contenuti di bassa qualità . Ciò si traduce in una maggior Page Rank per una  varietà di siti di piccole e medie imprese con contenuto di qualità . A seconda della localizzazione (di google) tra il 3 e 5 % delle query sono interessate dall’algoritmo. Quindi Google indirizza ancora i suoi sforzi per individuare contenuto di buona qualità, quello che può essere utile agli utenti, o meglio per individuare quello di bassa ed infima qualità, che vorrebbe non trovare in rete  e perfeziona il suo algoritmo Panda dedicato a queste ricerche . Anche se Panda è un elemento molto importante dell’algoritmo segreto con cui google determina chi sta in cima e chi in basso nel risultato di ricerca, non è l’unico elemento. Fare contenuto di qualità è importantissimo, e google ormai riesce a distinguere molto chiaramente da ciò che è buono da ciò che non lo è, ma finora non mi pare che esistano siti bannati dal motore di ricerca per la qualità del loro contenuto. Spinti in basso nella Serp si, ma eliminati da questa no. Invece google sempre più spesso interviene, anche con penalizzazioni manuali, se i link nel sito non gli piacciono, anche se il contenuto è di alta qualità. Il cuore del funzionamento di Google e del suo Page Rank sono ancora i backlink e lo resteranno per sempre. Fare del contenuto di qualità serve, anche per affiliare i nostri lettori, convincerli ad iscriversi ai feed ed alle newsletter, ma un solo link sbagliato può azzerarvi il Page Rank, con il solo aiuto di una email di google che vi

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L’autore dell’articolo è sparito dalla ricerca di Google

Alla fine mi ero deciso, ed ho implementato l’ Authorship markup su tutti i miei blog, qualche ora di lavoro dedicata solo a questo. Con questa funzione è possibile associare il profilo Google+ ai contenuti visualizzati dal motore di ricerca, con icona foto che rendeva più evidenti certe notizie rispetto ad altre . A convincermi sono state le dichiarazioni di google che prometteva più visite se nel motore di ricerca accanto al link appare anche la foto dell’autore e il 3+1, ossia la funzione del motore di ricerca di aumentare un link presente nella serp qualora un utente avesse scelto più volte articoli dello stesso autore . Adesso Google elimina l’autore dai risultati della ricerca, perche Secondo il Webmaster Trends Analyst di Google John Mueller non vi era una crescita delle visualizzazioni degli articoli interessati.  Google ha confrontato i tassi di click sui ​​siti con e senza Autorship, e si è resa conto che non aveva alcun impatto.  John Mueller spiega anzi che l’identità dell’autore tendeva a “distrarre” l’utente, piuttosto che informare e quindi si è deciso di rimuoverla completamente dalla SERP per migliorare l’esperienza dell’utente. In realtà la funzione è stata rigettata perchè ha avuto uno scarso successo tra i webmaster. Se io l’ho inserita molto tardi nel codice dei miei blog, la maggioranza non lo ha mai fatto.A tre anni dalla sua introduzione su 500 autori solo 151 avevano impostato correttamente la funzione. Come spesso accade si celebrano i successi di Google e passano sotto silenzio i suoi tanti tentativi falliti, tra cui si annovera lo stesso GooglePlus . Già a giugno le fotografie degli autori erano state rimosse dalla pagina dei risultati, adesso la funzione di Authorship viene abbandonata del tutto. Per adesso comunque lascerò il codice di marcatura sui blog. Non da fastidio e può comunque essere utile, vedremo come si evolverà la cosa.

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Social Network: quei titoli per catturare le visite

E’ chiaro che un utilizzo puntuale e massiccio dei social network è importantissimo per portare visite al sito web. Si lavora con tutte le pratiche SEO possibili per avere nuove visite dai motori di ricerca, ma con i social network si lavora direttamente sulle persone, stuzzicandole a navigare sul sito. Perciò sui social si rilanciano tutti gli argomenti pubblicati sul sito, cercando di interessare il proprio pubblico e magari coinvolgerlo in una discussione, con lo scopo di portarlo a visitare il sito. Sui social quindi non si pubblica l’argomento completo, ma un piccolo intervento che inviti ad andarlo a leggere all’origine. Su twitter è scontato, in 140 caratteri si può giusto dare un’idea dell’argomento ed il link da visitare, ma su facebook e google+ bisogna trovare il proprio metodo di comunicazione .

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6 buoni motivi per comunicare a google l’autore degli articoli

L’implementazione del tag author ormai è possibile da molto tempo, ma solo da poco ha visto un’impennata dei blogger disposti ad inserirlo nel codice dei propri articoli. Google vuole che tu ti identifichi come autore e se Google te lo chiede è già una buona ragione per farlo. Ovviamente, Google ha i propri motivi egoistici per spingerci a farlo. Dichiarano che si tratti di un nuovo strumento per dare maggiore visibilità agli autori più autorevoli, in realtà la priorità numero uno è Google+ e tutto ciò che lo circonda. Rel = Author richiede un profilo Google+ ben realizzato e mantenuto. E più la gente lo apre, più altri potrebbero iniziare a usare Google+, specialmente se abbiamo fiducia nel blogger che lo usa. Ma ci sono comunque buone ragioni per marcare i nostri articoli con il nostro profilo google+ ed anche se non ha una rilevanza prettamente SEO chi lo utilizza da tempo ha testimoniato un buon riflesso sul numero di visite del proprio blog. Le 6 buone ragioni per indicare l’autore degli articoli a Google 1. Google te lo chiede ed è facile accontentarlo. In fondo si tratta solo di avere un profilo Google+ ed abbiamo già spiegato quanto sia importante essere presenti sui social network, e di inserire un tag  <link autore> nell’instestazione degli articoli. Se si usa wordpress è una funzione automatica, basta segnalare il proprio URL Google+ nel profilo utente e fa tutto da solo. Altrimenti è un copia incolla del proprio tag <link rel=”author” href=”URL_PROFILO_GOOGLE+”  /> . E se non vi va bene così Google prevede anche altri sistemi (email verificata, pagina autore), scegliete quello che preferite. 2. I tuoi contenuti spiccano nel motore di ricerca. Quando un utente cerca qualcosa in google ottiene una lunga lista di risultati. Che ne scelga uno (il vostro) piuttosto che un altro potrebbe essere solo dovuto alla visibilità del link. rel=”author” fa esattamente questo. Aggiunge la foto del vostro profilo alla lista dei risultati, aggiungendo un grande elemento grafico al testo, mettendolo così in risalto rispetto agli altri.  3. Fornisce credibilità e più esposizione. Se ci metti la faccia, le persone hanno più fiducia. Inoltre cliccando sulla foto del profilo l’utente viene

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Link dai commenti, si paga per essersi comportati male in passato.

“più il vostro sito è collegato a tutto il web, più alto è il vostro Google rank“ Questo è il mantra che ha funzionato per molti anni e a cui tutti si sono votati per far crescere le visite e l’importanza del proprio sito, diffondendo link ovunque. E’ ancora vero, ma dall’adozione dell’algoritmo Panda è stato aggiunto un particolare importante: “I link provenienti da siti che sono simili al tuo sono meglio dei link provenienti da siti che non hanno nulla a che fare con voi“ Sono meglio quindi i links legati per argomento, ma questa frase è più un consiglio che un obbligo. E’ meglio, ma non esclude che i link possano non rispettare questa regola ed avere comunque la loro importanza. Poi è arrivato Penguin 2.1 e tutto è cambiato. Adesso un link non collegato per argomento è un link penalizzante. Per anni i SEO hanno lavorato diffondendo ovunque i loro links, ma la rete è un mondo che non dimentica ed oggi i loro link lasciati molti anni fa stanno lavorando contro di loro. Quale è stato per molto tempo il modo più semplice, immediato e gratis per lasciare un link su un sito altrui, anche senza il suo consenso ?  Utilizzare i form dei commenti . Per anni anche aziende specializzate in SEO, e quindi pagate per questo, andavano commentando qualsiasi articolo trovato in rete, collegando URL al proprio profilo utente o lasciando il link direttamente nel testo del commento. E neanche si sono preoccupati troppo di cosa scrivevano. Spesso un laconico “buon articolo” è stato sufficiente per aggiungere il proprio commento linkato. E dato che vigeva la prima regola, un link è un punto di rank, ovunque esso sia, questi commenti di spam erano lasciati senza guardare gli argomenti e la qualità del sito. Allora era una pratica lecita, almeno dal punto di vista SEO, meno dal punto di vista della netiquette . Scrivere commenti senza senso e che non apportano nessun contributo non è mai stato ben accetto dai blogger. Comunque adesso chi ha abusato della pratica ne sta pagando le conseguenze, con siti che sono passati dalla prima pagina di google alla quinta, dove non

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Perchè guardare il pagerank è sbagliato

Semplificando molto, il pagerank di google è un indice di attendibilità di un sito per un certo argomento, che tiene in gran conto il numero dei link esterni che puntano a quel sito . Google ha basato inizialmente il suo indice basandosi sull’opinione che hanno gli altri webmaster rispetto ad un sito esterno. Se piace a loro, allora deve essere un sito di riferimento, questo il ragionamento . Però il pagerank, sempre semplificando molto, è molto suscettibile alla quantità di siti esistenti per un dato argomento. Se per esempio creo un sito sul gatto sotterraneo albino, unico sito esistente su questa razza perchè me la sono appena inventata, e vengo linkato dai siti che trattano di animali, il mio pagerank sale subito ad un buon livello. Perchè il valore di pagerank trasmesso da tutti i siti di animali non si polverizza tra tanti siti, ma viene indirizzato tutto ad un unico sito. Poniamo il caso che il sito del gatto sotterraneo valga un bel PR 4 . Molti si fermano a questo dato e pagano profumatamente un link dal sito. Invece comprare da questo sito link che puntano ad esempio ad un rivenditore di marmitte non serve a nulla. Se il nostro intento è di catturare gli utenti non riceveremo mai visite da quel sito. Se su google cerco informazioni sul gatto e capito su gattosotterraneoalbino.it, da li è improbabile se non impossibile che poi mi venga voglia di informarmi sulle marmitte. Il link passa inosservato e non veicolerà mai visite. Google si comporterà quasi allo stesso modo di un utente umano. Non trovando correlazione tra i due argomenti, non incrementerà il valore di PR e non migliorerà la SERP del sito di marmitte linkato da un sito sugli animali. Anzi un link del genere sarà ritenuto perlomeno insolito, se non individuato come link spam, e porterà alla penalizzazione di entrambi i siti. Se invece il link al sito di marmitte viene messo su un sito di auto e motori, con PR 0 o 1, apparirà del tutto naturale e centrato nell’argomento. Ed è possibile che un navigante interessato alla nuova Renault Clio clicchi sull’annuncio di marmitte catalitiche scontate. E

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Differenze tra google e bing

Anche se esistono centinaia di motori di ricerca, ce ne sono attualmente solo due che veramente sono importanti  per il proprietario di un sito web o di marketing on-line: Google e Bing. Questi sono sostanzialmente i motori di ricerca più utilizzati e in grado di fornire la maggior parte del traffico verso il tuo sito web. Google è leader di mercato e, mentre Bing sta migliorando e guadagnando quote di mercato, ha ancora una lunga strada per raggiungere Google, se ciò accadrà mai. Comunque non si deve trascurare Bing, così come gli altri principali motori di ricerca, nell’indicizzazione del proprio sito. Infatti bisogna tener presente che ciò che ci mette in evidenza per un motore di ricerca non potrebbe valere per un altro.  Può capitare di avere un posizionamento in prima pagina di Google ed essere quasi sconosciuti su Bing. O viceversa. Questo perché ogni motore di ricerca è diverso e utilizza segnali diversi per giudicare e classificare le pagine web. Detto questo, condividono molte similitudini e puntando sui fattori più importanti e le similitudini si dovrebbe essere in grado di ottimizzare il sito web per figurare bene in entrambi. Per esempio: entrambi i motori di ricerca sono alla ricerca di contenuti di alta qualità . Perché? Perché questo è utile per gli utenti! E così questi tipi di siti web sono premiati con una posizione più in alto nella serp. Diamo ora un’occhiata ad alcune importanti differenze tra Google e Bing. 1) peso diverso ai segnali Ogni motore di ricerca può dare un peso diverso alle centinaia di segnali presenti su altre pagine web, nonché sui fattori del sito. Quindi, quello che Google ritiene importante può non essere visto come altrettanto importante da Bing. Variazioni, anche minime, a favore di un segnale rispetto ad un altro può avere un impatto significativo sui risultati. 2) L’importanza dei link Google mette una maggiore enfasi sulle fonti dei link altamente credibili di quanto non faccia Bing. Questo non vuol dire che Bing non si preoccupa della qualità del sito che linka al tuo sito web, ma piuttosto che Bing non lavora altrettanto efficacemente per filtrare gli spam link. 3) Canonical URL Google

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PageRank alto non significa primo nella lista

Spesso per la valutazione dei siti a cui richiedere un backlink si da una eccessiva importanza al PageRank di Google. Il PageRank è un valore numerico che Google attribuisce ad ognuna delle pagine web conosciute dal motore di ricerca. Il PageRank è un algoritmo di analisi che assegna un peso numerico ad ogni elemento di un collegamento ipertestuale d’un insieme di documenti, come ad esempio il World Wide Web, con lo scopo di quantificare la quantificando la sua importanza relativa all’interno della serie. Ma questo non significa che il collegamento che ha il pagerank più alto è il primo che viene presentato da google nella sua ricerca. Il PR è solo uno dei tanti parametri presi in considerazione da Google per decidere la posizione di una pagina. Per tale ragione un valore di PageRank alto non corrisponde necessariamente ad una posizione migliore rispetto ad una pagina con PageRank più basso. Chiunque può provare facendo una ricerca su google e poi misurando il PageRank dei risultati in prima posizione. Ad oggi, ad esempio, per la chiave di ricerca  viaggio su google.it ottengo i seguenti risultati nelle prime 5 posizioni (esclusi i risultati pubblicitari di google ovviamente): http://it.wikipedia.org/wiki/Viaggio   PR 5/10 http://it.wikiquote.org/wiki/Viaggio  PR 4/10 http://www.expedia.it/ PR 5/10 http://www.educational.rai.it/lemma/testi/viaggiare/viaggio.htm PR 2/10 http://www.tripadvisor.it/Inspiration PR 6/10 Come si vede il primo risultato della ricerca non è quello con il valore di Pagerank più alto. Addirittura il sito della RAI supera il famosissimo tripadvisor con un semplice PR2 contro un PR6. Rai Educational è posizionato meglio di Tripadvisor per la key ‘viaggio’ .   Expedia, agenzia di viaggi online, viene nella ricerca dopo la spiegazione del lemma di wikiquote, pur avendo un PR maggiore. Queste sono le prime posizioni, scendendo nella classifica si vedrà che il balletto dei PR è ancora più evidente. Per essere primi nella lista quindi non conta il PR, ma la rilevanza che assume la chiave di ricerca rispetto alla trattazione dell’argomento sul sito di destinazione. Provando con la chiave CLIO ovviamente la prima scelta di google è il sito ufficiale della Renault, ma la casa francese non ha avuto bisogno di un alto PR per essere in cima alla lista (ha un PageRank  3/10), ma è riconosciuto come il sito che

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