Ultimamente ho affrontato diverse volte, e da punti di vista diversi, la sempre più diffusa pratica dell’acquisto dei followers per instagram o facebook.
Ho spiegato perché viene fatto, i vantaggi immediati che porta e perché a lungo termine l’acquisto di followers può essere un boomerang con conseguenze disastrose.
Quello che non ho raccontato è il fenomeno dell’acquisto di followers per altri utenti per danneggiarli. Sicuramente ci sarà un termine inglese e conciso per descriverlo, ma visto l’economicità dell’acquisto followers ed i danni di immagine che può causare, non è insensato pensare che un concorrente possa comprarti followers al solo scopo di minare la tua credibilità.
Ma per raccontarvi questo preferisco usare le parole di un grande e fantasioso scrittore come Stefano Piedimonte, che nel suo ultimo romanzo “i magnifici idioti” racconta anche di questa pratica. Little Princesa è una aspirante influencer che vuole fare di instagram il suo lavoro, ma si scontra con le difficoltà oggettive di far salire il suo engagement ed attirare così le attenzioni ed i compensi dei grandi brand. Una sera Little Pricesa scopre che i suoi numeri sono stranamente saliti.
I magnifici idioti – i followers comprati
[testo di Stefano Piedimonte – I magnifici idioti – Acquistalo online su IBS.IT o leggi la recensione]
Per quanto il numero di notifiche sul suo profilo fosse alto, quella sera era troppo alto. Fra un tap e l’altro, si è accorta di avere cinquemila follower in più. Piovuti dal nulla nell’arco di due o tre ore.
Little Princesa è andata a spulciare i profili dei nuovi follower e ha notato che avevano un minimo comun denominatore: scrivevano in russo, arabo, o in un inglese da quinta elementare. Molti non avevano neppure la foto del profilo, altri avevano immagini di attori famosi, altri ancora cuccioli di gatto o di cane.
Erano follower fasulli, profili fake. Spazzatura. Un gioco molto praticato nella savana degli influencer, dove l’etica corrisponde né più e né meno a quella dell’industria moderna. Un tizio spende cento, trecento, mille euro per comprare follower all’account di un altro tizio. Nessuno sta lì a chiedergli un documento: si tratta pur sempre di un servizio illegale, nato per dopare gli account più sfigati e trasformatosi col tempo in un’arma a doppio taglio. I grossi brand, che adottano da sempre la regola del pragmatismo, vogliono affidare il proprio marketing a influencer veri, con un seguito vero, fatto di persone vere, possibilmente umane. I software usati dai responsabili aziendali per analizzare la follower health degli account sono impietosi.
Comprare follower a qualcuno che aspiri ad avere una reputazione solida nel mondo di Instagram è come infilargli un sacchetto di coca nella valigia poco prima che passi i controlli aeroportuali. Con una spesa tutto sommato modesta, si riesce a trasformare un top influencer in uno sfigato che si compra i follower. Ripulire il proprio account da una marea di finti follower, d’altro canto, può essere una rogna infinita.
Little Princesa ha sudato freddo per un’oretta buona. Poi è andata a guardare l’account Instagram delle influencer rivali, fra cui quello della piccola Lady Chanel. La carogna aveva appena pubblicato un post in cui accusava alcune sue colleghe di comprarsi i follower.
Già il mattino dopo, dalla Micro Gym, una catena di piccole palestre allestite in appartamenti privati di cui Princesa faceva la testimonial, è arrivato un messaggio con il quale la startup comunicava di voler “mettere in pausa” la collaborazione fino a data da destinarsi.
Princesa ha passato giorni a ripulire il proprio account Instagram dalla marea di finti commenti che l’aveva invaso. Avrebbe ricambiato subito, con la stessa moneta, la piccola Lady Chanel. Ciò che le mancava, però, era proprio la moneta.
