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Tutto come da attese. La Banca centrale del Canada ha mantenuto invariati i tassi di interesse al 5,1%, anche se ha sottolineato che potrebbero ancora essere fatti ulteriori rialzi dei tassi qualora le tendenze inflazionistiche rimanessero al di sopra dell’obiettivo del 2%. Dopo la decisione della BoC il dollaro canadese si è deprezzato fino a circa 1,36 per dollaro USD, segnando il livello più basso dalla fine di marzo.

Quali sono gli operatori di telefonia fissa più apprezzati dagli italiani ce lo dice l'AGCOM: vediamo i dati divisi per tipo di connessione FTTC, FTTH, FWA.

L'osservatorio AGCOM aggiornato a luglio 2023 rilevala crescita delle linee fisse in Italia, con TIM predominante.

Non sono giunte sorprese da parte della RBA australiana, la prima delle più importanti banche centrali a riunirsi in meeting in questo mese di settembre. L'istituto centrale australiano ha deciso di confermare il livello del costo del denaro al 4,1%, come ampiamente atteso dai mercati. Tuttavia il board di politica monetaria ha chiarito che probabilmente ci saranno ulteriori strette nei prossimi mesi, perché l'inflazione rimane alta e bisogna ricondurla verso il target del 2-3%. Dopo il meeting della RBA, il mercato ha reagito innescando un ribasso del dollaro australiano.

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Si parla tanto di sostenibilità, ma la realtà concreta è che stiamo ancora spendendo troppo per i combustibili fossili. Cosa ancora più grave, i finanziamenti pubblici al settore sono addirittura aumentati, complice la grave crisi energetica che ha fatto seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. Secondo il FMI, tra finanziamenti espliciti ed impliciti, il conto totale arriva a superare i 7 mila miliardi di dollari, quasi il doppio di quanto si spende per l’educazione.

Per molti mesi abbiamo convissuto con il timore che il ciclo di strette monetarie da parte delle banche centrali avrebbe provocato inevitabilmente una recessione globale. La resilienza dell'economia però ha allontanato progressivamente questa paura, soprattutto negli Stati Uniti. Qualche problema in più ce l'ha l'economia Europea e soprattutto la BCE, che dovrà calibrare bene le prossime mosse di politica monetaria. Al momento chi sta messa peggio è la Cina, dalla quale ci si aspettava una forte ripresa che invece si esaurita molto in fretta.

Se da una parte c'è un crescente ottimismo dei mercati riguardo alla fine imminente del ciclo di strette monetarie, dall'altro lato arrivano ulteriori preoccupazioni per la Cina, dove la manifattura è andata in contrazione per quinto mese consecutivo, pur evidenziando una piccola ripresa. L’indice degli acquisti (Pmi) è salito a 49,7 da 49,3 di luglio, secondo l’Ufficio nazionale di statistica, restando però sotto quota 50 che delimita la contrazione dall’espansione. Tuttavia, è meglio del 49,4 atteso dagli analisti. I nuovi ordini sono tornati a crescere per la prima volta in cinque mesi.

Un mese di agosto particolarmente difficile per il prezzo dell'oro si sta chiudendo con uno spiraglio importante. Il rimbalzo degli ultimi giorni ha consentito al metallo prezioso di conservare la soglia del 1900 dollari, che rimane fondamentale per cercare un nuovo slancio verso l'alto. Ad influenzare la direzione del metallo prezioso saranno soprattutto i prossimi dati macro in arrivo, quelli riguardanti l'inflazione ed il mercato del lavoro statunitense. Qualora dovessero essere robusti, si può immaginare che il prezzo dell'oro possa trarne un importante impulso rialzista.

Se non ci fossero stati i turisti stranieri, in special modo quelli americani, l'industria turistica italiana avrebbe vissuto un'estate drammatica. L'afflusso dall'estero ha compensato infatti la riduzione delle presenze degli italiani sul territorio, anche perché gli stranieri si fermano più a lungo e spendono di più. Tuttavia la speranza di vivere una stagione da sold out è andata delusa, perché a livello di presenze c'è stato un calo evidente rispetto al 2022.