Nonostante i segnali di raffreddamento dell'inflazione, le banche centrali stanno continuando ad avere un approccio molto cauto, evitando di ridurre i tassi di interesse. Nel frattempo i mercati finanziari sembra non aspettino altro, e vorrebbero dei passi più coraggiosi da parte delle banche centrali. Tuttavia l'inflazione non è ancora sconfitta, ed anzi ci sono situazioni che fanno pensare che i problemi continueranno anche per buona parte del 2024. Un caso eclatante ad esempio è quello dello zucchero, che a causa di un calo della produzione continuerà a vivere una fase di pressione rialzista

Mentre in generale l'inflazione sta rallentando e preannuncia una virata verso il basso i prezzi delle materie prime continuano a muoversi in ordine sparso. Alcuni viaggiano su Una tendenza in aumento mentre altri hanno imboccato la via della discesa . Questo andamento così disomogeneo deriva da Fattori specifici riguardanti singoli mercati. I prezzi dell'energia risentono in particolar modo delle tensioni sul fronte internazionale , che al tempo stesso influenzano l'andamento del oro, il metallo più pregiato. Riguarda gli altri metalli invece si assiste un andamento divergente tra quelli ferrosi

Nell'ultimo anno il peso messicano ha guadagnato molto terreno rispetto al dollaro americano, e questo gli ha consentito di raggiungere il valore massimo da 8 anni a questa parte. La corsa della valuta messicana è propiziata soprattutto dal carry trade, reso possibile dal fatto che i tassi di interesse in Messico sono in più alti della regione, nonostante di recente la banca centrale abbia deciso di effettuare un taglio di 25 punti base.

Continua il periodo nero di Tesla, che si sta muovendo decisamente in controtendenza rispetto a Wall Street. Se la Borsa americana ha toccato nuovi record in questo avvio di 2024, il titolo del produttore di auto elettriche invece è precipitato di oltre il 30%. L'ultima mazzata è giunta subito dopo Pasqua, con i dati delle consegne che sono stati molto peggiori delle (già deboli) previsioni. Da tempo molti analisti sottolineano le nubi che si addensano sul costruttore di Austin.

Il Regno Unito è ufficialmente in recessione, dopo che i dati resi noti giovedì hanno mostrato che il prodotto interno lordo è sceso nell'ultimo trimestre del 2023, dopo il calo che c'era stato anche nel trimestre precedente. Si tratta comunque di una notizia abbondantemente attesa dai mercati, come dimostra anche il fatto che la sterlina non ha avuto movimenti di rilievo nei confronti del dollaro statunitense.

La borsa di Milano si mette in luce nel continente europeo, piazzando un rialzo dello 0,8% sul FTSE MIB. Il principale indice meneghino si riporta così sui massimi dal lontano 2008, grazie a una serie di sedute chiusa con il segno più. Bilancio a tinte miste invece per il resto del continente. Guadagnano terreno Francoforte e Madrid, mentre Londra accusa un leggero calo. Bilancio piatto invece per Parigi e Amsterdam.

La prospettiva di una domanda in forte crescita nei prossimi anni sta spingendo il mercato del rame che viene Reso ancora più vivace dalle numerose acquisizioni miliardarie da parte dei colossi del settore. China Minmetals, il potente gruppo statale cinese, ha comprato la miniera di Khoemacau per circa 1,88 miliardi di dollari. Ma altre operazioni analoghe erano state condotte nei mesi scorsi. L'attenzione verso il rame nasce dal fatto che questo metallo è estremamente importante anche per il percorso di transizione energetica, e secondo alcune Stime la domanda globale dovrebbe crescere del 40%

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Dopo la decisione di invadere l'Ucraina, la Russia avrebbe subito un forte contraccolpo economico, secondo l'opinione di molti esperti. A distanza di due anni però la realtà è ben diversa. I conti di Mosca non solo rimangono robusti, e secondo alcuni c'è stata una lieve crescita. Il settore manifatturiero non va così forte da alcuni anni, mentre l'export verso Stati Uniti ed Europa è stato sostituito con quello verso nuovi partner, primi fra tutti Cina e India. Intanto il valore del rublo è tornato ai livelli che aveva due anni fa.

Amazon riduce il tempo disponibile per il reso dei prodotti elettronici. Adesso sarà più difficile provare un prodotto e poi restituirlo.

A partire dal 25 marzo i tempi per la restituzione di alcuni prodotti selezionati saranno di 14 giorni.

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